Così come è stata proposta mette a rischio la libertà di ognuno di noi.....
«Bendare tutti per salvarne uno. Questo sembra essere ormai l'unico criterio che guida la maggioranza nella riproposizione della legge bavaglio, perché di bavaglio si tratta, come confermano le critiche dei magistrati e dei cronisti, i veri destinatari della legge, quelli che dovranno essere "ammanettati" per impedire loro l'accertamento degli illeciti e soprattutto per oscurare il diritto ad essere informata della pubblica opinione». Questa la posizione di Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21. «Una legge che non vuole colpire il marcio, ma soltanto renderlo invisibile». Nel mirino delle polemiche la norma sulla rettifica in rete, detta ammazza-blog, una disposizione prevista dal comma 29 dell'articolo 3 del ddl intercettazioni, sul quale il Governo si starebbe preparando a porre la fiducia, «tanto arrogante quanto stupida, sarà inapplicabile e darà vita al caos, non aumenterà le garanzie per i cittadini e favorirà solo il commercio clandestino delle notizie».
Il 29 manifestazione in piazza contro l'ammazzablog
Giovedì 29 settembre in piazza del Pantheon a Roma si svolgerà la manifestazione del Comitato per la libertà e il diritto all'informazione, alla cultura e allo spettacolo contro le iniziative del governo per «imbavagliare l'informazione con la legge sulle intercettazioni». Interverranno anche blogger e internauti per scongiurare le norme cosiddette «ammazza blog». Viene denunciato, spiegano, il tentativo di imporre ai gestori di tutti i siti informatici l'obbligo di procedere alla rettifica di ogni contenuto pubblicato dietro semplice richiesta, fondata o MENO (!!!) del soggetto che se ne ritenga leso. Il comma 29 prevede che «per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro 48 ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono». La mancata rettifica nei termini comporterebbe per il blogger una sanzione pecuniaria sino a 12 mila euro. E quanti blogger rischierebbero 12 mila euro per difendere la loro libertà di parola?."
fonte Sole24Ore
Costituzione della Repubblica Italiana - Articolo 21
« Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili.
In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell'autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all'autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s'intende revocato e privo di ogni effetto.
La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.
Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni. »
«Bendare tutti per salvarne uno. Questo sembra essere ormai l'unico criterio che guida la maggioranza nella riproposizione della legge bavaglio, perché di bavaglio si tratta, come confermano le critiche dei magistrati e dei cronisti, i veri destinatari della legge, quelli che dovranno essere "ammanettati" per impedire loro l'accertamento degli illeciti e soprattutto per oscurare il diritto ad essere informata della pubblica opinione». Questa la posizione di Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21. «Una legge che non vuole colpire il marcio, ma soltanto renderlo invisibile». Nel mirino delle polemiche la norma sulla rettifica in rete, detta ammazza-blog, una disposizione prevista dal comma 29 dell'articolo 3 del ddl intercettazioni, sul quale il Governo si starebbe preparando a porre la fiducia, «tanto arrogante quanto stupida, sarà inapplicabile e darà vita al caos, non aumenterà le garanzie per i cittadini e favorirà solo il commercio clandestino delle notizie».
Il 29 manifestazione in piazza contro l'ammazzablog
Giovedì 29 settembre in piazza del Pantheon a Roma si svolgerà la manifestazione del Comitato per la libertà e il diritto all'informazione, alla cultura e allo spettacolo contro le iniziative del governo per «imbavagliare l'informazione con la legge sulle intercettazioni». Interverranno anche blogger e internauti per scongiurare le norme cosiddette «ammazza blog». Viene denunciato, spiegano, il tentativo di imporre ai gestori di tutti i siti informatici l'obbligo di procedere alla rettifica di ogni contenuto pubblicato dietro semplice richiesta, fondata o MENO (!!!) del soggetto che se ne ritenga leso. Il comma 29 prevede che «per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro 48 ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono». La mancata rettifica nei termini comporterebbe per il blogger una sanzione pecuniaria sino a 12 mila euro. E quanti blogger rischierebbero 12 mila euro per difendere la loro libertà di parola?."
fonte Sole24Ore
Costituzione della Repubblica Italiana - Articolo 21
« Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili.
In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell'autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all'autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s'intende revocato e privo di ogni effetto.
La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.
Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni. »
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