Deus bike build off / Milano winners



-  ... "  1° – Marco Troiano
Marco ha guardato la Yamaha SR 250 del 1982, e si è rimboccato le maniche.
Ha iniziato modificando profondamente il telaio, accorciandolo ed adottando uno schema molto particolare per la sospensione posteriore, con un singolo ammortizzatore che lavora in negativo, in trazione invece che in compressione.
La gomma posteriore da 16” è bellissima e davvero inusuale, essendo niente di meno che l’anteriore di un trattore. Davvero geniale.
E se il serbatoio deriva da un cinquantino degli anni 70, ma Marco non ne ricorda il modello, il cupolino e il telaietto dello stesso sono stati auto costruiti artigianalmente.






2° – Eugenio Vezzetti
“Degli anni”: Eugenio testualmente esprime così il tempo passato prima di decidersi a tagliare il telaio della sua moto di base, una CZ 175 Trail, con motore 2 tempi monocilindrico. E una volta tagliato ha pensato di realizzare un retrotreno rigido, e molto basso.
La forcella è rimasta quella originale, come del resto gran parte della moto, che risulta composta da pezzi originali riadattati. La sella è stata costruita in casa da zero, ribattuta da singola piastra d’alluminio con un cuscino cucito a mano da Eugenio stesso.
Anche lo scarico è rimasto originale, mentre le luci sono un fendinebbia Carello anteriore e una luce da bici anni ‘30 lucidata di dietro.
La chicca della moto è sicuramente la doppia chiave costruita con due connettori audio “Jack” per l’accensione e le luci.





3° – Jacopo Monti
Il curioso “Skate Bob R” di Jacopo nasce da una Motoretta 50 MotoBi, a cui è stata tagliata la parte posteriore del telaio ed allungato il forcellone, rendendolo rigido rispetto al telaio. È quindi diventata ammortizzata la sella tramite gli ammortizzatori smontati.
Il manubrio è da short track, e sempre da quella disciplina arriva il serbatoio: come dice Jacopo stesso, è di una Sportster 883 del trofeo, “con il tappo ammaccato dalle mie palle quando mi hanno dato la moto senza freni e mi stavo accoppando.”
Per finire è stato aggiunto uno zaino in cuoio che si toglie una volta parcheggiato il motorino





4° – Elephant Garage
La “Gina” era una Gilera 98 del 1964, ed è stata modificata con il serbatoio di una Gilera 124, scarico artigianale, manubrio di una Ducati Monster, gomme tassellate, pedane fatte con tondino di ferro filettato e comando acceleratore con levetta. Oltre a ciò, ad una serie di pezzi che arrivano dal monto della bici: leva messa in moto con pedale di bicicletta, sella di bicicletta, leva cambio con manico di martello e manopola di bicicletta.





5° – Riccardo Andreotti
Anche Riccardo è partito tagliando e ricostruendo la parte posteriore del telaio della Ducati Monster 750, al fine di istallare il codino in alluminio, al pari del serbatoio.
E’ stato poi previsto un off-set da flat track per le nuove piastre anteriori, su cui è montata la forcella di una Yamaha R6, oltre a cerchi Alpina e ammortizzatore posteriore in arrivo da una KTM con taratura apposita. E poi manubrio da flat track, così come lo scarico che deriva da un Harley Davidson Wood."



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