Bimota acquistata da Kawasaki Heavy Industries






ESCLUSIVO!!!!!!!
LA BIMOTA E' STATA ACQUISTATA   DALLA KAWASAKI HEAVY INDUSTRIES  E ALCUNI "EX" TORNERANNO LAVORARE A RIMINI

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Virginio Ferrari: "Avrei voluto rilevarla anch'io, ma non ho fatto in tempo" L'opinione di Giuseppe Morri e Paolo Girotti, titolare della Bimota Classic Parts. Voci sul ritorno dell'ingegner Pierluigi Marconi, il padre della Tesi

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Gli svizzeri Longoni e Chiancianesi, Virginio Ferrari in azione con la YB4 con cui vinse il mondiale e la naked Impeto    
La Kawasaki, la Heavy Industries Japan, e non la filiale italiana, ha acquistato la Bimota dagli imprenditori svizzeri Marco Chiancianesi e Daniele Longoni; la notizia verrà ufficializzata nei prossimi giorni in una conferenza stampa. Una anticipazione che Yesterbike riesce a dare in anteprima grazie ad una soffiata confidenziale ricevuta da un paio di nostri amici fornitori della casa riminese, che sono già contattati informalmente dal management della nuova proprietà in vista di una imminente ripresa della collaborazione commerciale. La cifra pagata dal colosso nipponico non è nota, ma naturalmente si parla di alcuni milioni di euro, anche se in realtà della Bimota, quella vera, ci è rimasto ben poco.

L'ultima apparizione ufficiale della casa riminese, già di proprietà svizzera, risale all'Eicma 2015, quando venne presentata la Impeto, una naked motorizzata Ducati Diavel che, a detta degli ormai ex titolari, poteva essere allestita anche con un kit di parti speciali e perfino con un turbocompressore. Ma di quella moto non si è saputo più nulla; quel modello è rimasto un prototipo mai andato in produzione. Da tempo del resto si sapeva che Chiancianesi con il suo socio e cognato Longoni, avevano deciso di vendere la Bimota. Cosa che si è poi concretizzata in queste ultime settimane, ma senza che nulla finora fosse trapelato sui media.

Yesterbike ha contattato alcuni personaggi legati alla Bimota, primo fra tutti Virginio Ferrari che nel 1987 vinse il titolo mondiale della TT F1 in sella a una YB4. "Sono sorpreso - rivela Virginio, residente da tanti anni a Montecarlo dove ha una avviatissima concessionaria MV Agusta - proprio non ne sapevo nulla, anche se forse c'era da aspettarselo. Da una parte sono felice che la Bimota possa tornare in auge dopo le tante disavventure societarie patite negli ultimi anni, ma dall'altra un po' mi dispiace perché anch'io avevo accarezzato l'idea di acquisirla mettendo insieme un pool di imprenditori. Tant'è che più di una volta avevo parlato con Marco Chiancianesi. Onestamente sostenere che stavo trattando l'acquisto sarebbe una forzatura, diciamo che ne stavamo discutendo. Tant'è che lui stesso mi disse che c'erano delle trattative in corso, ma non pensavo certo che riuscisse a chiudere in tempi così brevi, tantomeno con un colosso come la Kawasaki. Insomma, sostanzialmente sono arrivato tardi e non ho fatto in tempo. Peccato".

Giuseppe Morri, il fondatore della Bimota con il compianto Massimo Tamburini, raggiunto telefonicamente, ha commentato: "Non ho informazioni precise, ma sono voci che in questi ultimi giorni stanno girando insistentemente. Se l'acquisizione della Kawasaki si concretizzasse e tale notizia risultasse fondata ne sarei felice e orgoglioso, perché significherebbe che il marchio è stato più forte di chi lo ha gravememente danneggiato in questi ultimi 20 anni. Se mi interessa rientrare? Assolutamente no. Ho 78 anni compiuti e la mia avventura in Bimota si è conclusa nel 1993. La Bimota è una mia creatura, pertanto mi auguro che riesca ad essere rilanciata come merita. Per me sarebbe una immensa gioia. Il mio cuore è sempre stato e sempre rimarrà in questo marchio".

Da quanto si vocifera, ma su questo il condizionale è d'obbligo, alcuni importanti "ex" starebbero per rientrare a lavorare in una nuova unità industriale che sta sorgendo a Rimini, poco lontano dalla sede storica di via Giaccaglia. Tra questi si fa il nome dell'ingegner Pierluigi Marconi, il padre del progetto Tesi e anche di altri personaggi che in questi ultimi anni si sono succeduti con ruoli e compiti diversi in Bimota. Tutte persone legate professionalmente e affettivamente alla piccola e gloriosa casa romagnola, amata non solo in Italia ma dagli appassionati di tutto il mondo. A breve conosceremo gli ulteriori sviluppi di questa nuova avventura tecnologica e commerciale italogiapponese, in attesa di vedere un qualcosa di più concreto a novembre all'Eicma di Milano.

Infine, il microfono a Paolo Girotti, titolare della Bimota Classic Parts,  che ha appena allestito a Chiusi una nuova sede su due piani di ben 1200 metri quadri e da qualche anno sta facendo un ottimo lavoro con l'assistenza e la vendita dei ricambi delle Bimota costruite fino al 2006. "La notizia che l'acquisto è stato concluso la apprendo ora da voi di Yesterbike - esordisce stupito Girotti - davvero non ne sapevo nulla. Ad ogni modo è una voce che gira da un po' di tempo ed era arrivata all'orecchio anche a me. Oltretutto sto ricevendo molte telefonate da appassionati che mi chiedono informazioni, ma onestamente non so cosa rispondere. La mia opinione? Sono contentissimo perché se questa operazione è andata in porto, come penso e spero, non sarò più solo e potremo avere grandi opportunità di collaborazione grazie anche alla nuova struttura che ho appena aperto". 

"Se poi l'azienda rimarrà in Italia - sottolinea Girotti - e si avvarrà della collaborazione di alcune persone che hanno reso grande il marchio Bimota, il successo sarà assicurato. Del resto Bimota è una casa che affonda le sue radici più importanti e gloriose nel passato, tant'è la maggior parte dei possessori delle moto riminesi sono dei collezionisti, persone che venerano questo marchio. E di sicuro saranno anche gli acquirenti delle nuove Kawasaki-Bimota. Se l'operazione si concluderà sono felice di mettere a disposizione della Kawasaki la mia struttura, la mia esperienza e anche il mio portafoglio clienti che è composto da appassionati non solo di tutta Europa, ma anche di altri continenti. Infatti da me abitualmente vengono tante persone da tutto il mondo. Sono venuti possessori delle moto riminesi da Australia, Nuova Zelanda, Indonesia, Sud Africa, Sud America e anche dal Giappone. Nell'ultimo raduno che ho organizzato il 7 e 8 settembre scorsi sono arrivati in aereo perfino due collezionisti giapponesi. Se subentrerà la Kawasaki, la Bimota vivrà sicuramente una seconda e meravigliosa giovinezza. Per la gioia di tutti gli appassionati che la amano e vorrebbero finalmente vederla risorgere".  


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